Descrizione
Nel 1874, con l’acquisto delle isole Egadi, Ignazio Florio senior affidò all’architetto Giuseppe Damiani Almeyda l’incarico di progettare una casa di campagna, la cui costruzione ebbe inizio due anni dopo sul luogo ove sorgeva una sezione del forte San Leonardo. Damiani Almeyda si ispirò ai caratteri del Medioevo che, per tutto il XIX secolo, aveva generato un revival che aveva dato origine ad audaci sincretismi. Secondo il progetto originario, al piano terra erano collocate le stanze di rappresentanza. Una sala da pranzo, il salone adibito anche a sala da ballo, sovrastato da un soffitto a cassettoni decorato con rosoni intagliati in legno, la sala da biliardo e una biblioteca, erano inquadrati da grandi finestre rivolte verso il mare, precedute da un disimpegno. L’ingresso, dotato di un portico, dove la famiglia amava riunirsi con gli amici, introduceva in un vestibolo che si apriva a sinistra sui locali di servizio e di guardiania e, a destra, su uno studio e sulla piccola cappella con le volte a crociera a sesto acuto riservata alla famiglia. Al piano superiore si accedeva attraverso uno scalone. Era questo il piano nobile destinato ad area privata della famiglia. Affiancata alle due estremità dalle stanze per la toletta, si trovava la camera da letto di Ignazio e Giovanna, seguita dai rispettivi guardaroba, dalle stanze riservate ai camerieri personali e da uno studiolo. Di fronte si aprivano le camere dei figli, della governante e del precettore. Il terzo ed ultimo piano era adibito a foresteria per i numerosi ospiti: nove camere da letto disimpegnate da un salone e un fumoir, oltre ad uno splendido terrazzo panoramico. La servitù era alloggiata nel seminterrato ove erano allocate anche le cucine, la dispensa, il locale carbone e la legnaia. Le giornate trascorrevano tra passeggiate, riunioni all’aperto nel portico della villa, riprodotte spesso nelle immagini fotografiche, o nella sala biliardo. Ignazio raggiungeva l’isola a bordo dello yacht Mary Queen dove spesso pernottava. Scomparso nel 1891, la proprietà passò ai figli Ignazio e Vincenzo che vi trascorrevano le vacanze insieme alle consorti, alla madre Giovanna, ai figli e ai tanti amici che ospitavano. Favignana fece da sfondo anche a tante penose vicende familiari, diventando un rifugio per la famiglia. Donna Franca, distrutta dal dolore per la perdita di Giovannuzza nel 1902 e di Baby Boy nel 1903 in circostanze misteriose, vi trascorse lunghi periodi, lontana dalla mondanità e dal caos cittadino.
Modalità d'accesso
Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 20.00